Gerardo Nigenda fotografo cieco
Gerardo Nigenda, sentire le foto, toccare le foto, leggerle…le fotografie di un CIECO.
Nato a Città del Messico nel 1968 ha trascorso quasi metà della sua vita a Oaxaca. Ha perso la vista molto giovane, a 10 anni, causa di una retinopatia diabetica. All’età di 25 anni scopre la fotografia per caso nel 1996, merito del suo maestro di Braille Jorge Luis Borges. Veniva fotografato per scherzo da alcuni fotografi nell’istituto dove imparava il Braille, così chiese alla direttrice del centro fotografico Cecilia Salcedo se avrebbe potuto insegnare a fotografare a un cieco.
Gerardo Nigenda fotografo cieco
Da qui inizia la sua avventura fotografica. Nel 2000 Mary Allen Mark gli regala una Yashika a cui teneva molto per la eccezionale lente Carl zeiss che aveva, la usa fino alla sua morte nel 2010. Gerardo Nigenda non modificava nulla, ne la velocità ne la messa a fuoco, le tecniche fotografiche non facevano parte del suo interesse, anche se ammette che aiutato molto.
Ciò che contava per Gerardo Nigenda era l’essenza dell’immagine, il contenuto. Gerardo Nigenda aveva il bisogno di comunicare qualcosa di significativo. Con l’esperienza ha imparato dove si trovava il sole e ha preso il controllo della fotocamera e di alcune importanti tecniche fotografiche. Gerardo Nigenda fotografava le cose che gli piacevano, il suo stereo, la birra in frigo e oggetti che poteva toccare e sentire.
Ha introdotto il Braille nelle sue fotografie, questi testi inizialmente descrivevano letteralmente le foto; poi inserisce nella foto anche lo stato d’animo. Per Gerardo Nigenda la fotografia è diventata nel tempo una trasposizione del suo essere, non importava se un immagine era meglio di un’altra, quello che importava erano le sensazioni provate nel momento di realizzo. Spesso si vedono le mani nelle foto, questo consentiva a Gerardo Nigenda di sentire l’immagine e coglierne tutti gli aspetti.
Personalmente: eccezionale ammirazione.